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FAQ

Risposte alle domande più frequenti

SISTEMA COSTRUTTIVO

Con Ecosism® si viene a realizzare una struttura a pareti in calcestruzzo normalmente armato di
spessore definito dallo strutturista, ad armatura diffusa (SAAD) mediante l’utilizzo dei
pannelli Ecosism®, quali casseri a rimanere predisposti per l’armatura ed il getto della
parete secondo quanto indicato nel progetto esecutivo strutturale; l’innovazione del
sistema permette che, una volta terminata la struttura, i tamponamenti esterni e le
coibentazioni termiche sono automaticamente realizzati.
La tipologia delle pareti Ecosism® è adatta per qualsiasi applicazione strutturale prevista
dal D.M. 14/01/2008:
- pareti normalmente armate (struttura dissipativa o meno)
- pareti estese debolmente armate
- sistema a telaio (vengono realizzati pannelli cassero per tamponamenti e pannelli
cassero per pilastri e setti)
Il metodo di calcolo ottimale, è quello di considerare una struttura a pareti normalmente
armate non dissipativa ad armatura diffusa (SAAD), applicando un fattore di struttura q=1,
spessore getto e armatura sui 2 lati dimensionata in funzione dei carichi agenti.
Il sistema sismo-resistente è costituito dalle pareti portanti, specialmente quelle
perimetrali, ed è dimensionato per resistere da solo alle massime azioni orizzontali
mantenendo un comportamento elastico-lineare in ogni combinazione di carico, anche per
terremoti di massima intensità per la zona considerata.
Travi e pilastri sono modellati come elementi secondari e sono dimensionati per resistere
ai carichi verticali statici, senza vincoli geometrici o di armatura legati al concetto della
gerarchia delle resistenze.
Si viene così a realizzare uno corpo strutturale costituito da pareti in calcestruzzo armato,
con aperture per porte e finestre definite in fase di progettazione architettonica e
considerate nella modellazione strutturale; il modello a parete portante, eliminando il
concetto di pilastro puntuale, permette di adattarsi a qualsiasi forma di apertura, con
libertà di gestione nel layout architettonico.

Scarica approfondimento sulla sismo-resistenza

Il sistema costruttivo Ecosism è un cassero composto ai due lati da un materiale isolante dove al centro si va a gettare il calcestruzzo per la realizzazione della parete in c.a.; il materiale che costituisce il cassero può essere polistirene, che è in Euroclasse E o un altro materiale isolante; di conseguenza chi progetta l’opera deve valutare soluzioni riguardanti lo strato di finitura superficiale per poter ricadere in soluzioni conformi, per ottemperare a quanto stabilito dal D.M. 3 agosto 2015.
Una buona soluzione per ovviare a questo problema è utilizzare nel cassero a rimanere, come nel caso del sistema costruttivo Ecosism, un materiale isolante in Euroclasse A1, ovvero la Lana di Roccia.
Il sistema Ecosism infatti, offre la possibilità di modificare il materiale isolante che compone il cassero in funzione delle caratteristiche tecniche che si vogliono ottenere, per cui nel caso specifico del comportamento al fuoco si abbina la resistenza del calcestruzzo all’uso del materiale “ignifugo”.

Scarica l'approfondimento sulla resistenza al fuoco

Il sistema a cassero a rimanere è una tecnologia costruttiva recente, che a livello acustico non ha molta letteratura, per cui Ecosism ha sviluppato una campagna di prove di laboratorio molto importante al fine di capire e valutare il comportamento fonoisolante delle pareti.
Si è dimostrato come l’uso di materiali fonoassorbenti sia alquanto importante per migliorare le prestazioni acustiche; uno dei grandi vantaggi del cassero a rimanere Ecosism è proprio quella di poter utilizzare materiali isolanti diversi in funzione delle performance che si vogliono aumentare (termiche, acustiche, fuoco, sfasamento…). Anche lo strato di finitura influenza il risultato finale, migliorando o peggiorando, in funzione della tipologia e del sistema di fissaggio (intonaco, cartongesso, fibrogesso, ecc.).
È fondamentale ricordare che per ottenere buoni risultati acustici in opera, oltre che avvalersi di test e studi approfonditi, è importante eseguire una buona progettazione distributiva degli ambienti e posare correttamente i materiali in cantiere.

Scarica l'approfondimento sull'isolamento acustico

“Un edificio energeticamente efficiente” è una priorità per molte imprese di costruzione così come le esigenze di isolamento nel mondo intero stanno diventando sempre più rilevanti. Un buon isolamento abbatte i consumi energetici e risulta essere un beneficio per l’ambiente. Comunque continuano a sussistere alcuni fraintendimenti a proposito dell’isolamento. Un eccessivo isolamento non è possibile se non viene previsto un appropriato impianto di ventilazione nell’edificio. L’isolamento è utile sia per climi caldi che freddi.
Ecosism® dona al costruttore la possibilità di scegliere tra una varietà di materiali come pannelli di inserzione.
Il materiale più utilizzato nella tecnologia di costruzione Ecosism® è l’EPS o Polistirene Espanso. L’EPS non è solamente una schiuma isolante ma è anche un innovativo materiale d’isolamento con un ottimo rapporto costi-benefici che è stato studiato per più di 30 anni. Tale materiale è reperibile in tutto il mondo da una molteplicità di fornitori di materiali edili.
Quando l’EPS (così come per le altre tipologie di isolanti della nostra gamma) viene utilizzato come materiale da inserzione, l’edificio Ecosism® risulta essere completamente e permanentemente isolato. Non ci sono ponti termici. Il materiale isolante può essere posizionato all’esterno, all’interno o in entrambi i lati del modulo costruttivo. Il costruttore scegli lo spessore del materiale isolante. Inoltre anche lo spessore del cemento è variabile a sua volta.
Invece di utilizzare materiali di inserzione costituiti da materiale isolante come l’EPS il costruttore può anche decidere di lavorare con un sottile strato di cartone pressato. Se il costruttore desidera un elevato valore di isolamento acustico, esso può scegliere la lana di vetro o la lana di roccia come materiale d’inserzione o altre tipologie di materiali acusticamente isolanti.

Scarica il Manuale ANIT - ECOSISM

L’armatura di rinforzo deve essere calcolata da un ingegnere strutturista così come decretato dall’approvazione Europea. Come avviene per qualsiasi tipologia di struttura realizzata, un edificio in cui vengono impiegati i moduli Ecosism® per la sue edificazione verrà calcolato secondo normativa in relazione alla zona sismica di edificazione (zona 1-2-3-4), alla sua dimensione, alla portata del terreno. La tipologia di struttura che si va a realizzare con l’utilizzo della tecnologia Ecosism® è un monolite costituito da setti portanti in C.A. pertanto verrà calcolata nella stessa forma e maniera in cui si calcola in setto in C.A.
Lo studio dell’Università di Padova “Manuale per il calcolo del cemento” può servire come guida principale.

La tecnologia costruttiva Ecosism® permette di realizzare qualsiasi tipologia di forma architettonica: realizzare archi, sbalzi, cupole, cilindri non crea alcun tipo di problema. Dal momento che la griglia è realizzata con un filo di acciaio, questa può essere manipolata dalla più sobrie fino alle più sorprendenti forme.

Costruire con la tecnologia Ecosism® dà origine ad una struttura monolitica continua in cemento armato. Pertanto, il costruttore non necessita l’utilizzo ne di architravi, ne di travi circolari e di colonne portanti. Tutta la struttura risulta essere portante. Tali elementi tradizionalmente concepiti si realizzano all’interno dei moduli prevedendo un adeguato sistema di armatura in opera. In ogni caso la struttura può risultare anche mista cioè con l’utilizzo di travi e pilastri assieme ai setti portanti Ecosism®. Il tutto dipende dalla tipologia di progetto, dalle luci dei solai e dall’impostazione che si desidera dare agli spazi.

No, la trama Ecosism® può essere realizzata su misura in accordo con il progetto esecutivo del professionista.
Comunque, se il professionista sviluppa il progetto in accordo con le dimensioni dei moduli Ecosism® (e.s. multipli di 15 cm in altezza, e multipli di 10 cm di larghezza) l’efficienza nei costi sarà sempre maggiore in relazione alla capacità del progettista di essere in grado di lavorare con gli standard dei pannelli Ecosism®.

Costruire una casa oggi è un’operazione assai più complessa rispetto a pochi anni fa. L’impiego di isolanti termici di qualità e la perfetta tenuta garantita dai serramenti sono due grandi conquiste della tecnologia che ci permettono di vivere in ambienti più confortevoli termicamente ed acusticamente, quindi più efficienti e meno costosi nella gestione. La vita in un ambiente sigillato può riservare sorprese: come eliminare l’accumulo di odori e vapori causati dalla presenza umana? Pensiamo solo per un attimo a come si concentra l’anidride carbonica (CO2) in un ambiente sigillato verso l’esterno. Recenti ricerche stanno poi mettendo in evidenza come tra i vari agenti inquinanti della casa, gli effetti dovuti alla presenza del RADON (presente nell’argilla e quindi nei laterizi) siano tutt’altro che trascurabili. E’ necessario quindi FAVORIRE UN CORRETTO RICAMBIO DELL’ARIA.

La principali norme italiane che esprimono indicazioni riguardanti i ricambi d’aria negli alloggi sono la UNI EN 832 e la UNI 10339. In entrambe è chiaramente espresso che il minimo fabbisogno di ventilazione nell’edilizia residenziale deve essere pari a 0,5 vol/h. Eseguendo i calcoli dell’Appendice F della UNI EN 832 si ricava che, per i casi più comuni relativi all’edilizia moderna (ben coibentato e con infissi classificati), i valori relativi alle infiltrazioni attraverso i serramenti sono assolutamente inefficaci per assicurare la ventilazione minima richiesta dalla legge.

Fino a qualche anno fa era il serramento che prevedeva, grazie alla sua non perfetta tenuta, ad effettuare un certo grado di ventilazione controllata nell’edifico. Da quando i serramenti sono diventati a perfetta tenuta stagna, tutte le case hanno iniziato a non respirare più. Ciò ha generato problemi di muffe e di condense in quasi tutte le strutture tradizionali. Il problema delle muffe e delle condense è causato dai ponti termici o punti di rugiada. Il fenomeno avviene in quanto l’umidità presente negli ambienti non viene fatta uscire e questa, incontrando un materiale più freddo (solitamente il pilastro di CLS che non è stato isolato) sublima da vapore in acqua causando la muffa. Infatti tale fenomeno è quasi sempre collocato negli angoli e negli spigoli, posizione in cui si trovano i pilastri e le travi.
La ventilazione degli edifici è una delle regole basilari per vivere in un ambiente sano e salutare. Chiunque vive in una casa deve provvedere a farla ventilare. La ventilazione può avvenire in due modi: la ventilazione controllata (eseguita in maniera meccanica per mezzo di un apparecchio denominato estrattore con scambiatore di calore) o la ventilazione volontaria (aprire le finestre ogni tanto).
Non può essere il muro in laterizio a mantenere l’equilibrio igrotermico all’interno delle nostre case. Basti pensare che già la pittura o l’intonaco posso essere costituiti da materiali impermeabili. Se ciò non bastasse, oggi bisogna prevedere un buon isolamento termico nei muri, quindi all’interno del muro in laterizio (in intercapedine) oppure all’esterno (a cappotto) troveremo un pannello di materiale isolante. Tale Materiale isolante (spesso poliuretano o polistirene estruso) è una barriera al vapore, pertanto anche supponendo che una certa quantità di umidità passi attraverso la muratura, questa raggiungerà ad un certo punto l’isolante e rimarrà a condensare all’interno della muratura a contatto con l’isolante.
Nel concetto Ecosism®, rivolto al futuro dell’abitare, si eliminano completamente tutti i ponti termici sia all’interno che all’esterno della muratura rendendo impossibili i fenomeni di formazione di condensa e quindi di muffe o macchie nelle murature. Inoltre la perfetta igrometria del muro impedisce il formarsi di condense all’interno del muro e sulla sua superficie. A questo punto non rimane altro che ragionare sul buon uso comune dell’abitare: o si aprono le finestre ogni tanto o si prevede un sistema di ventilazione controllata. Nel futuro isolare gli edifici sarà alla base del costruire, isolare per risparmiare energia, poiché l’energia più pulita è quella risparmiata. Per rendere tale sistema efficiente al massimo l’ideale soluzione risulta il suo abbinamento con un sistema di ventilazione controllata magari in gradi di recuperare il calore prodotto all’interno dell’ambiente grazie ad uno scambiatore a pompa calore.

In edilizia per poter appendere o fissare pesi (quadri, pensili, mensole, cucine ecc…) alle murature sono necessari dei supporti (tasselli, chiodi, fischer) ed un martello od un trapano in relazione alla tipologia di supporto utilizzato.
La prima e fondamentale cosa da verificare per poter appendere un peso ad una parete è il peso dell’elemento da appendere (peso del contenitore e peso del contenuto/peso della mensola + peso che la mensola porterà) ed il supporto/muro dietro a tale peso. Determinando queste due variabili le aziende produttrici di tasselli vi diranno, per mezzo del negozio/ferramenta dal quale andate ad acquistare i tasselli, quale sia il tassello appropriato a portare il peso richiesto con il supporto comunicato.
Il muro Ecosism® è dotato di uno strato interno di intonaco armato con spessore minimo di 2cm con interposta nel mezzo una rete di acciaio zincato da 2.2 mm a maglia rettangolare (7,5x10cm) connessa per mezzo di appositi passanti in acciaio elettrosaldati ad un setto in cemento armato di spessore variabile (minimo 15cm.). tale intonaco armato ha una capacità di portata di circa 25 kg a tassello.
Ecosism®, con la collaborazione di Fischer Italia, ha testato e verificato i tasselli tipo UX 12x70 della ditta FISCHER e viti metalliche diametro 8mm e lunghezza 90mm ed ha poi svolto delle prove presso il CNR-ITC (Consiglio Nazionale delle Ricerce presso l’Istituto delle Tecnologie delle Costruzioni) di Milano delle prove di tenuta del tassello nello spessore dell’intonaco raggiungendo il seguente risultato:
Prova di resistenza a carichi eccentrici sul sistema cassero a rimanere “Ecosism®”. La prova ha la finalità di verificare la capacità di sostenere carichi sospesi con fissaggi di tipo commerciale quando ancorati nel solo strato di rivestimento costituito dal sistema di intonaco.

METODO DI PROVA
La prova consiste nell’applicare un carico eccentrico di 1000 N per 24 ore rilevando gli spostamenti dei punti di ancoraggio significativi. Si procede quindi allo scarico e rilevamento delle eventuali deformazioni residue. Successivamente alla riapplicazione del carico iniziale (1000 N) si procede con incrementi di carico di 50 N ogni 60 s fino a determinare il valore e le modalità di collasso del sistema. N. 5274/RT/11 pagina 5 di 5

RISULTATI ED OSSERVAZIONI
Il campione è in grado di sostenere il carico di 1000 N per 24 ore senza che si verifichino rotture o danneggiamenti visibili. Spostamenti rilevati dopo 24 ore di carico (1000 N):
PUNTO 1 0,41 mm
PUNTO 2 0,83 mm
Deformazioni residue rilevate dopo 30 minuti dalla rimozione del carico:
PUNTO 1 0,27 mm
PUNTO 2 0,27 mm
Il collasso del sistema si è raggiunto all’applicazione dei 1600 N.

Tali rapporti di prova possono essere al nostro ufficio tecnico.

L’intonaco realizzato sul muro Ecosism® risulta superiore al tradizionale intonaco realizzato su un laterizio forato (che in quanto forato è costituiti per circa il 45% di aria).
Se il desiderio fosse quello di appendere pesi tali per cui i 25 chili a tassello non fossero sufficienti (ricordo che con 4 tasselli sull’intonaco si appendo 100kg e così via), si ricorda che oltre allo strato di finitura e all’isolante interno (solitamente 2cm di intonaco + 5cm di isolante), il muro Ecosism® ha un’anima di calcestruzzo armato in grado di portare, con tasselli adeguati, pesi molto elevati. Quindi, nel caso i pesi da portare siano molto elevati si consiglia di raggiungere il CLS con un tassello di almeno 10 cm o superiore utilizzando idonei tasselli oggi in commercio realizzati appositamente per fissare pesi e strutture oltre gli spessori di isolamento. Basta visionare il sito di Fischer per identificare tale tipo di tassello ed andare a comprarlo nella propria ferramenta di fiducia.
In ogni caso, se il suo muro fosse in laterizio e desiderasse appendervi pesi oltre i 100 kg, dovrebbe comunque andare in profondità del materiale poiché per forza di gravità e per la leva che il peso esegue è necessario avere un tassello ad una certa penetrazione del muro.
Se gli istalla tori delle cucine o degli arredi di casa sua si dovessero trovare in difficoltà la cosa più semplice è far riferimento al materiale strutturale che si trova a circa 7cm dalla superficie esterna. Il cls armato fornisce la possibilità di appendere ciò che si vuole. Per tutto ciò che lei andrà ad appendere, con pesi inferiori ai 25 kg per punto di ancoraggio, può utilizzare direttamente l’intonaco strutturale armato.

Scarica la prova di resistenza ai carichi eccentrici

Il sistema Ecosism® permette di ridurre le manutenzioni alle finiture esterne grazie alle caratteristiche intrinseche di robustezza. Se è vero che tutte le opere edili richiedono le ordinarie cure nel tempo per la pulizia e il mantenimento estetico, sono invece in particolar modo le manutenzioni straordinarie ad essere ridotte grazie al sistema Ecosism®.

I cicli esterni di finitura per il sistema Ecosism® sono stati sviluppati dai maggiori player nel mercato per tutelare clienti e applicatori. Oltre alla finitura propriamente detta, costituita da un rivestimento colorato a spessore (o intonachino), si può contare su una solida base d’intonaco di calce-cemento supportato da rete leggera in acciaio zincato integrata nel cassero Ecosism®, e da una classica rasatura più superficiale armata con rete in fibra di vetro; il risultato è uno strato di 20-25 mm totali che è definito intonaco armato, oppure corazzato o rinforzato. I classici sistemi a cappotto termico prevedono invece una semplice rasatura armata da circa 5-6 mm. Nel nostro caso si denota perciò una robustezza vantaggiosa in numerose situazioni piuttosto comuni durante la vita utile dell’edificio:
- in caso di grandine, dopo la quale non si rischia di trovare ammaccature nella finitura a prescindere dal materiale isolante utilizzato per la coibentazione;
- in caso di urti accidentali dovuti a una pallonata violenta, a una bici appoggiata che cade, o a un oggetto che sbatte contro il muro durante il trasporto;
- nell’eventualità di voler appendere un carico moderato direttamente all’intonaco.

I casseri Ecosism® possono altresì essere dotati di un isolamento differenziato alla base; utilizzando ad esempio un polistirene estruso (XPS) si previene il rischio di risalita di umidità attraverso l’isolante e i conseguenti ammaloramenti degli strati di finitura.

La struttura portante realizzata entro i casseri Ecosism® risulta estremamente tutelata e quindi può esaltare la sua durabilità per vari motivi:
- il getto in calcestruzzo entro casseri termo-isolati può maturare al meglio fin dai primi istanti della presa e rimanere inalterato per molto tempo, poiché si trova in condizioni di stabilità termica e igrometrica;
- il copriferro è sempre garantito dai distanziatori integrati nei casseri, e può essere modificato da progetto secondo la classe di esposizione (cioè l’aggressività dell’ambiente circostante)
- lo spesso strato di finitura esterna costituisce un’ulteriore “barriera” nei confronti della struttura portante, aumentandone la durabilità;
- la progettazione avviene in campo sostanzialmente elastico, ovvero la struttura risponderà al sisma con la sua resistenza anziché dissiparne l’energia attraverso deformazioni plastiche non recuperabili. Rispetto ad esempio alle classiche strutture a telaio in c.a., questo significa spostamenti inferiori e quindi minor rischio di lesioni non solo per la struttura ma anche per tutti quegli elementi secondari e non strutturali ad essa legati come ad esempio i divisori, gli impianti e le finiture. Ne consegue che dopo un sisma d’intensità fino a quella di progetto non ci saranno danni significativi da dover ripristinare, poiché l’edificio rimarrà in condizioni di esercizio e operatività;
- il comportamento scatolare della struttura monolitica a pareti in calcestruzzo armato realizzata con Ecosism® previene anche le fessurazioni e le cavillature dovute ad assestamenti, ritiri e dilatazioni, che spesso mettono in luce le discontinuità tra struttura e tamponamento oppure tra materiali diversi.

ECOSOLAIO® ed ECOSOLAIO® TOP

Considerando l’Ecosolaio e l’Ecosolaio Top di Ecosism, ci si trova di fronte ad una tipologia di solaio prefabbricato con base in materiale isolante tipo EPS e travetti pregettati nella lastra. La valutazione del REI di tale struttura viene fatta secondo il D.M. 16/02/07 e il D.M. 09/03/07; in particolare l’allegato D riporta in modo chiaro quali sono gli accorgimenti per garantire il REI del solaio. Entrando nel dettaglio del significato tecnico di REI, si ha che:
• R rappresenta la resistenza strutturale;
• E è la tenuta ai fumi;
• I rappresenta l’isolamento termico.

Nell’Allegato D, quindi, in merito alla R vengono forniti gli spessori minimi del solaio e del copriferro per garantire la R (Tabella D.5.1) – H è lo spessore minimo strutturale del solaio e a il copriferro:
• R 60’ H = 20 cm ; a = 30 mm
• R 90’ H = 24 cm ; a = 35 mm
• R 120’ H = 24 cm ; a = 45 mm
• R 180’ H = 30 cm ; a = 60 mm

Per quanto riguarda la classificazione EI del solaio, nella tabella D.5.2 vengono considerati gli spessori soprastanti il solaio composti da uno spessore h di materiale isolante e da uno spessore d in calcestruzzo:
• EI 60’ h = 6 cm ; d = 40 mm
• EI 90’ h = 10 cm ; d = 50 mm
• EI 120’ h = 10 cm ; d = 50 mm
• EI 180’ h = 15 cm ; d = 60 mm

Scarica l'approfondimento sulla resistenza al fuoco

L’utilizzo dell’Ecosolaio® è ideale nei solai tra piano interrato/seminterrato adibito ad autorimessa (ambiente non riscaldato) e piano terra (ambiente riscaldato) dovendo il solaio soddisfare un requisito di resistenza al fuoco ed un buon livello di isolamento termico. Tale lastra permette di realizzare solai prefabbricati completi di ferro di portata e getto del fondello del traliccio (4cm) in calcestruzzo che permette di fornire da parte del produttore un certificato di Resistenza al fuoco della lastra che può arrivare fino a 180minuti. Pertanto l’Ecosolaio® è ottimale negli impalcati tra piani garage e piani abitati con l’opportuno dimensionamento dello spessore isolante in intradosso (minimo 4cm, incrementabile a multipli di 2cm fino a 20cm totali) e nei solai interpiano tra volumi riscaldati con lo spessore minimo di coibentazione pari a 4cm. Il solaio Ecosolaio® avendo un’elevata massa di calcestruzzo migliora anche la performance acustica del solaio. In ogni caso lo spessore isolante va ad aggiungersi allo spessore strutturale (un solaio da 20+5cm di struttura avrà uno spessore maggiorato dello spessore di isolante scelto). Per sovraccarichi superiori a quelli di civile abitazione e per luci superiori ai 7 metri l’Ecosolaio® si dimostra la soluzione migliore dal punto di vista del rapporto costi/prestazioni.

CAPPOTTO SISMICO

Ai fini del calcolo Cappotto Sismico è inquadrabile come parete di rinforzo in conglomerato cementizio armato non dissipativa, pertanto per la sua verifica si fa riferimento alle relazioni riportate al Cap.4 delle NTC2018.
L’aver condotto una campagna di prove sperimentali in numero e modalità sufficienti da poter validare il sistema costruttivo e la metodologia di calcolo consente di realizzare interventi con spessori di calcestruzzo inferiori a 15 cm. I: in questo caso la parete è armata con barre verticali e orizzontali opportunamente dimensionate e disposte nel baricentro della sezione.

Il Cappotto Sismico e l’edificio esistente lavorano in parallelo poiché ognuno di essi è deputato ad una differente funzione strutturale.
I carichi verticali continuano a rimanere sulla struttura esistente e per tale ragione la risoluzione di eventuali carenze strutturali di natura statica e/o geotecnica dello stato di fatto dovranno essere realizzati insieme all’intervento di riqualificazione mediante Cappotto Sismico.
Mentre per i carichi sismici si possono adottare due opzioni di progetto:
- Affidare l’intera forza sismica al Cappotto Sismico
- Considerare il contributo sia del Cappotto Sismico che della struttura esistente
La prima opzione, che può sempre essere utilizzata per un pre-dimensionamento di massima del cappotto sismico, ed è pienamente lecita quando la struttura esistente possa essere considerata come “struttura secondaria”.
Quando invece la struttura esistente dia un contributo di rigidezza rilevante nella configurazione post-intervento si dovrà verificare la struttura nella seconda opzione: in tal caso la struttura si configura come “mista” rispetto alle azioni sismiche.
In entrambe le opzioni il Cappotto Sismico deve essere progettato in campo “essenzialmente elastico” e per l’analisi sismica con spettro di risposta si potrà utilizzare un valore massimo del fattore di comportamento q=1,5.

La connessione del Cappotto Sismico alla struttura esistente avviene mediante connettori posti a livello dei cordoli di piano. I connettori, appositamente dimensionati in funzione della sismicità del sito e delle caratteristiche dell’intervento, devono essere in numero sufficiente da sopportare le sollecitazioni di taglio derivanti dall’azione sismica.
In fase di getto questi elementi restano annegati nella nervatura orizzontale di calcestruzzo, solitamente di spessore maggiore rispetto al resto della lastra, garantendo la collaborazione tra la struttura esistente e il Cappotto Sismico. Inoltre, se necessario, è possibile prevedere l’allargamento verticale del getto e la predisposizione dei collegamenti anche in corrispondenza dei pilastri.
Oltre alle connessioni interpiano è necessario garantire il collegamento anche a livello delle fondazioni. Ove la fondazione esistente sia insufficiente o non armata, è da prevedersi un nuovo cordolo di fondazione in allargamento, reso solidale alla fondazione esistente mediante opportuni ancoraggi, che fungerà da elemento di appoggio per il Cappotto Sismico. Tale cordolo di fondazione permetterà di stabilizzare le azioni di sollevamento sul cappotto sismico con il peso proprio dell’edificio esistente.

Si deve considerare che la realizzazione di Cappotto Sismico genera un aumento del carico verticale in fondazione. Inoltre il Cappotto Sismico assorbe la quota assegnatagli dell’azione sismica riportando alla base azioni verticali e orizzontali che devono essere assorbiti dal sistema di fondazione.
Ciò premesso si dovrà valutare l’adeguatezza delle fondazioni esistenti ad ospitare il cappotto sismico e ad assorbire le azioni complessive statiche e sismiche sull’edificio.
Ove le fondazioni esistenti non fossero sufficienti per sezioni e/o materiale costitutivo, sarà necessario prevedere un nuovo cordolo di fondazione in allargamento della fondazione esistente con la quale dovrà costituire un “unicum” strutturale.
Alternativamente il Cappotto Sismico potrà essere impostato su una nuova fondazione indipendente da quella esistente ma in questo caso saranno con ogni probabilità necessarie dei pali o micropali di fondazione per sostenere le azioni alla base del Cappotto Sismico. Questa alternativa può essere valida nel caso di piani interrati e quindi fondazioni dell’edificio interrato difficili da raggiungere.

Vedasi anche la risposta alla FAQ 4.
Generalmente è consigliabile progettare l’intervento di riqualificazione prevedendo il raggiungimento della quota originaria della fondazione. Se tale soluzione non fosse praticabile, è possibile valutare la realizzazione di un’adeguata fondazione posta a quota superiore, verificando preliminarmente la capacità del terreno perimetrale di sostenere il Cappotto Sismico e di resistere alle azioni sismiche da esso derivanti.
Solitamente la scelta di elevare la quota della fondazione di Cappotto Sismico implica la necessità di realizzare un idoneo sistema di micropali di sostegno. Nel caso in cui si optasse per la realizzazione di micropali verticali al piede del nuovo cordolo, risulterebbe necessario collegare Il Cappotto Sismico alla “scatola” in c.a. che costituisce l’interrato, previa verifica che quest’ultima sia in grado di assorbire gli sforzi di taglio derivanti dalla connessione.
Alternativamente ai micropali verticali è possibile prevedere un sistema di micropali a cavalletto.

Geniale Cappotto Sismico rientra nell’ambito delle strutture non dissipative.
La modellazione numerica è basata su analisi lineari con forze sismiche ridotte secondo un fattore di comportamento q compreso tra 1 e 1.5 (da valutare secondo le indicazioni riportate nel cap. 7.3 delle NTC2018). In relazione alla regolarità dell’edificio è possibile adottare un'analisi statica equivalente oppure un'analisi dinamica lineare con spettro di risposta.
Normalmente il Cappotto Sismico può essere modellato mediante un guscio di elementi “shell” applicati all’esterno delle strutture esistenti. Il tal caso sarà poi necessario integrare le forze distribuite per poter derivare i parametri di sollecitazione in ogni sezione (N, M, V).
Nel caso di facciate con forometrie regolari, si può più facilmente usare un modello a telaio equivalente o a mensole incastrate alla base, trascurando il contributo dei traversi di piano, che però normalmente risulta essere una modellazione eccessivamente cautelativa.
In entrambi i casi si consiglia di utilizzare un modulo elastico E del calcestruzzo ridotto del 50% per tenere conto degli effetti fessurativi e meglio avvicinarsi alla effettiva rigidezza laterale del Cappotto Sismico.
Il collegamento fra la struttura esistente e il Cappotto Sismico può essere modellato mediante “piani rigidi cinematici” in grado di trasmettere solamente azioni orizzontali, poiché l’azione verticale deve rimanere sulle strutture esistenti. L’uso dei “rigid link” impedisce però di leggere le forze sui collegamenti di piano fra cappotto sismico e cordoli esistenti che dovranno pertanto essere ricavate indirettamente dal taglio agente sulle spalle verticali del cappotto sismico. Alternativamente si potranno usare delle molle elastiche di rigidezza adeguata al numero e tipo di collegamenti da effettuarsi per ottenere dal modello numerico le forze dimensionanti dei collegamenti stessi.
Basandosi su un’ipotesi semplificativa è possibile modellare il solo Cappotto Sismico, affidando a quest’ultimo l'intera azione sismica ed evitando quindi di modellare la struttura esistente. Naturalmente nelle realtà anche su quest’ultima grava parte dell'azione sismica, pertanto è necessario verificare e garantire che l’edificio esistente sia in grado di sopportare i carichi verticali in caso di sisma. A tal fine è possibile eseguire una verifica determinando lo spostamento interpiano del Cappotto Sismico allo SLV (utilizzando q=1) e controllando che questo sia inferiore ai limiti di spostamento imposti dalla normativa. Il Cappotto Sismico è vincolato alla struttura esistente, pertanto se la condizione è verificata per il nuovo sistema lo è anche per l’edificio su cui si interviene. Ad esempio le NTC 2018, nel caso di costruzioni in muratura ordinaria, indicano uno spostamento ultimo allo SLC pari all’1.0% dell’altezza dei maschi murari per la verifica a pressoflessione nel piano e pari allo 0.5% dell'altezza dei maschi murari per il taglio (parr. 7.8.2.2.1 e 7.8.2.2.2).

La progettazione avviene mediante analisi spettrale, utilizzando tutte le frequenze dell'edificio fino al raggiungimento di una partecipazione di massa pari almeno all'85%. Tuttavia l'introduzione del Cappotto Sismico comporta un incremento di rigidezza del fabbricato tale per cui i modi principali di vibrare, ossia quelli con maggiore partecipazione di massa, ricadono generalmente all'interno del plateau dello spettro.

Nel caso di strutture a pareti in c.a. con comportamento non dissipativo si fa riferimento esclusivamente alle prescrizioni riportate al Cap.4 delle NTC2018. In quest’ultimo non sono specificati requisiti relativi agli spessori minimi delle pareti, pertanto la lastra in calcestruzzo armato del Cappotto Sismico può essere dimensionata con spessori inferiori rispetto a quelli riportati in altri paragrafi della normativa. È comunque consigliabile progettare interventi con spessori in c.a. superiori a 8 cm per evitare complicanze in fase di posa in opera dei ferri di armatura e di realizzazione del getto ci calcestruzzo.

In linea generale il requisito di piano infinitamente rigido non è vincolante in senso stretto. È infatti possibile modellare il solaio considerando la sua rigidezza effettiva, andando a valutare gli effetti che tale ipotesi produce. In questo caso la principale verifica da effettuare è quella relativa alla resistenza dell’impalcato.
La scelta di adottare la semplificazione di infinita rigidezza dei solai nel modello di calcolo deve certamente essere giustificata. Da un punto di vista teorico un solaio può considerarsi infinitamente rigido quando lo spostamento relativo massimo tra due punti dell’impalcato, dovuto alla deformazione nel piano dell’impalcato stesso e depurato del moto rigido, sia trascurabile, ovvero indicativamente di circa 10 volte inferiore rispetto allo spostamento relativo di interpiano:
s.rel,max < 1/10 * s.interpiano • s.rel,max = spostamento relativo massimo fra due punti dell’impalcato, dovuto alla deformazione nel piano dell’impalcato; • s.interpiano = spostamento relativo di interpiano. La norma afferma che possono essere classificati come piani infinitamente rigidi: • Le solette piene in calcestruzzo armato; • I solai latero-cementizi con soletta in calcestruzzo di almeno 4 cm; • I solai misti acciaio-calcestruzzo e legno-calcestruzzo con soletta in c.a. di almeno 5 cm collegata con connettori a taglio agli elementi strutturali in acciaio o legno. In casistiche differenti da quelle sopraelencate, e comunque quando le geometrie dell’impalcato e/o la presenza di ampie forature ne compromettano rigidezza e resistenza, sarà opportuno modellare il solaio con le sue effettive caratteristiche. In tal caso sono utilizzabili modelli numerici a shell oppure a struttura reticolare formata da elementi truss di rigidezza equivalente. Le forze/sollecitazioni che si ricavano da tali modelli, opportunamente amplificati per tenere conto della gerarchia delle resistenze, saranno utilizzate per le verifiche sismiche del fabbricato.

Vedasi anche la risposta data alla FAQ 9.
È importante sottolineare che la norma tecnica non impone la presenza di un piano infinitamente rigido. Ad esempio gli edifici prefabbricati con coperture a shed, oppure gli edifici con solai lignei (specie se a singolo tavolato) sono per definizione strutture con piano deformabile. Nel caso di struttura a pareti tipo quella realizzata con il Cappotto Sismico è però importante che il piano abbia sufficienti rigidezza e resistenza per non indurre eccessive sollecitazioni fuori piano sulle pareti. Per la definizione di piano rigido ci si può quindi riferire all'Eurocodice o alla norma americana ASCE che forniscono criteri molto discordanti tra loro, con l'Eurocodice che risulta essere più cautelativo.
In generale le strutture reticolari con campiture triangolari sono per definizione caratterizzate da un’elevata rigidezza nel proprio piano, dipendente anche dalle caratteristiche dei profili metallici che compongono la reticolare stessa. Inoltre il fissaggio diffuso delle aste diagonali inibisce le problematiche di instabilità dell'equilibrio delle aste compresse. Una reticolare metallica opportunamente dimensionata e ancorata, posta all'intradosso o anche all’estradosso dei solai esistenti, è una valida misura per assicurarne il funzionamento come piano rigido.

Una struttura a telaio è concepita per essere deformabile ed è quindi soggetta a spostamenti elevanti in caso di azione sismica. Questo comportamento è spesso incompatibile con la ridotta deformabilità dei sistemi di tamponamento e può causarne la rottura e la successiva espulsione in caso di sisma (fenomeno molto evidente nel sisma del Centro Italia del 2016). Quasi sempre i nodi degli edifici a telaio esistenti sono del tutto inadeguati rispetto alle richieste di resistenza valutate secondo le normative moderne.
La realizzazione del Cappotto Sismico sulla superficie esterna della struttura va ad aumentare la rigidezza del sistema, riducendone fortemente gli spostamenti laterali. Tale soluzione inibisce la formazione di cerniere plastiche nel telaio strutturale e mantenendo i pilastri in campo pressoché elastico, riduce o annulla le sollecitazioni sui nodi e riduce fortemente il rischio di rottura dei tamponamenti ed elementi secondari “drift-sensitive” in genere.

La presenza del Cappotto Sismico riduce il drift nel piano delle facciate ed evita quindi la rottura per deformazione del piano del tamponamento.
Nel caso di tamponamento “a cassetta” il paramento esterno è impedito a cadere dalla presenza del cappotto sismico. L’uso di adeguate connessioni metalliche fra il cappotto sismico e il paramento interno è una soluzione efficace per impedire il ribaltamento verso l’interno di quest’ultimo. Quali connessioni meccaniche possono usarsi barre metalliche inghisate con resine chimiche, ancoraggi meccanici con tasselli ad espansione, barre elicoidali o qualsiasi altro collegamento utile allo scopo adeguatamente progettato e dimensionato.

La muratura portante è caratterizzata da una intrinseca eterogeneità, legata principalmente alla grande varietà di materiali e tecniche costruttive utilizzati. Volendone sintetizzare il comportamento, le strutture in muratura portante sono generalmente caratterizzate da un’elevata rigidezza, da una bassa deformabilità e da una resistenza alle azioni fuori piano nettamente inferiore rispetto a quella offerta alle azioni nel piano.
La realizzazione di Cappotto Sismico genera un incremento della resistenza nei confronti delle azioni orizzontali, ma non produce un significativo aumento della rigidezza della struttura, di per sé già elevata. È comunque riscontrabile un effetto benefico legato a quest’ultima, che si traduce nella limitazione delle deformazioni e delle tensioni agenti nelle pareti esistenti.
Nelle murature vecchie o storiche, realizzate spesso con malta di scarsa qualità, specie se con elementi lapidei tondeggianti e a due paramenti con nucleo di minore qualità, l’applicazione del cappotto sismico riduce l’effetto disgregante indotto alla componente verticale del sisma. Con l’inserimento di opportuni connettori diffusi passanti (barre filettate o elicoidali o di altra tipologia) che assicurino il collegamento tra il Cappotto Sismico e la parete di muratura - e magari anche ad un intonaco armato di confinamento realizzato sul lato interno – costituisce la soluzione di massimo beneficio nel consolidamento di tali murature.

Nel caso di edifici in muratura portante è possibile trascurare il contributo offerto dalle pareti in termini di rigidezza e resistenza se:
• L'accelerazione spettrale applicata al modello con il solo Cappotto Sismico è quella del plateau, ossia la massima possibile;
• Il trascurare la rigidezza delle pareti esistenti non sposta significativamente il centro di rigidezza dell’edificio;
• Viene condotta a posteriori la verifica delle murature in termini di deformazione, così come richiesto per le analisi non lineari. È quindi necessario verificare che lo spostamento dei maschi murari sia inferiore a 0.5% dell’altezza in combinazione SLC (il drift massimo per le rotture per taglio è infatti il più cautelativo). Gli spostamenti da utilizzare in questa verifica sono quelli estrapolati dal modello con il solo Cappotto Sismico, poiché mediante il collegamento a livello di interpiano si impone la congruenza di spostamento tra la struttura in muratura e la nuova parete in calcestruzzo armato. Con questo approccio la verifica risulta essere cautelativa e in favore di sicurezza poiché gli spostamenti reali, in conseguenza della rigidezza aggiuntiva offerta dalla muratura non considerata, risulteranno inferiori.
Diversamente, nel caso in cui si scegliesse di includere la muratura portante nella modellazione, realizzando così una struttura mista, a rigore sarebbe necessario eseguire un'analisi non lineare in cui però l’entrata in campo plastico è ammessa solo per la muratura esistente, dovendo rimanere il cappotto sismico nel campo pressoché elastico in quanto struttura non dissipativa.
Peraltro proprio perché la struttura non dissipativa deve rimanere in campo pressoché elastico, sarebbe pienamente lecita anche una semplice analisi lineare se non fosse che la verifica in termini di resistenza della muratura esistente risulta spesso essere troppo cautelativa, impedendo così di dimostrare il raggiungimento dell’adeguamento sismico dell’edificio (è implicito infatti che l’aggiunta del cappotto sismico costituisca quantomeno un miglioramento).
In alternativa all’analisi statica non lineare (pushover) si può usare una “analisi lineare (statica o dinamica) con ridistribuzione” che consiste nell’abbattere il modulo elastico delle pareti murarie che più si deformano (e quindi più si fessurano). Cioè assegnando alle pareti una rigidezza laterale secante che si riduce al crescere del livello di deformazione raggiunto. Tale analisi presuppone una iterazione che peraltro si risolve normalmente in pochi cicli. A posteriori andrà comunque verificato che il drift massimo raggiunto sulle murature sia inferiore ai limiti massimi ammessi dalla NTC 18.

vedasi anche la risposta alla FAQ 14.
La muratura ha generalmente un comportamento molto rigido in fase elastica lineare. Poiché per le murature si assume un comportamento di tipo elastoplastico, una volta raggiunta la resistenza di picco la rigidezza della parete cala (rigidezza secante) mantenendosi la forza nella parete costante e gli ulteriori incrementi di forza sismica vengono assorbiti dal Cappotto Sismico. Tali comportamenti possono essere descritti attraverso un'analisi non lineare in cui il Cappotto Sismico è modellato secondo un comportamento elastico-lineare mentre la muratura esistente viene considerata come non lineare. Oppure più semplicemente si può ricorrere ad una analisi di tipo lineare con ridistribuzione, come descritto nella FAQ 14.

Le soluzioni per la realizzazione di Cappotto Sismico in corrispondenza degli aggetti sono legate sia a scelte progettuali che operative.
In corrispondenza delle cornici e degli sporti di copertura è possibile valutare due alternative. La prima consiste nel posare il modulo Cappotto Sismico fino alla quota di intradosso dell’aggetto. In questo caso l’inserimento dei ferri di armatura può avvenire dall’alto o, in determinate condizioni, anche dal basso (vedere video pillola dedicata – Intervento su edificio scolastico a Nervesa della Battaglia) mentre la realizzazione del getto di calcestruzzo viene effettuata dall’alto attraverso fori realizzati carotando la sporgenza esistente. Alternativamente è possibile interrompere il modulo Cappotto Sismico ad una quota inferiore rispetto all’intradosso (mediamente 50-60 cm). Il completamento della zona superiore viene realizzato in opera mediante l’utilizzo di calcestruzzo proiettato e la posa di un pannello Ecosism di completamento esterno che garantisce la continuità con gli elementi inferiori.
Anche nel caso di poggioli si possono valutare due opzioni. La scelta della soluzione è spesso legata alle dimensioni dello sporto poiché l’ingombro complessivo di Cappotto Sismico può incidere sulla fruibilità del terrazzo. La prima soluzione è la medesima descritta precedentemente, con la posa dei moduli Ecosism fino all’intradosso dello sporto e l’inserimento dei ferri di armatura e del calcestruzzo attraverso fori appositamente realizzati nella soletta esistente. In alternativa è possibile valutare la demolizione del terrazzo esistente e la sua successiva ricostruzione sfruttando il supporto offerto dalla nuova parete in calcestruzzo armato.
Infine, se le terrazze sono limitate in numero e dimensioni, si può ipotizzare di interrompere il Cappotto Sismico in corrispondenza delle stesse, completandole in seguito con un intervento di riqualificazione termica. Questa soluzione deve essere valutata e validata attraverso una pre-modellazione dell’intervento, poiché l’applicazione del Cappotto Sismico in zone localizzate dell’edificio potrebbe generare delle concentrazioni di sforzi in fondazione, con conseguente necessità di realizzare adeguate fondazioni profonde.

La soluzione più efficace ma più invasiva consiste nel “forzare” la continuità verticale del Cappotto Sismico, o intervenendo all’interno dell’edificio e restringendo la superficie utile del piano terra nel caso in cui questo abbia un’impronta maggiore rispetto ai piani superiori, oppure generando una sorta di intercapedine/corridoio nel caso in cui i piani superiori siano aggettanti rispetto al livello 0.
In alternativa, nel caso di sporgenze di dimensioni contenute, è possibile posare il Cappotto Sismico seguendo la sagoma reale dell’edificio, prevedendo opportuni sostegni verticali nelle zone a sbalzo (se necessari) e collegando i due livelli sfalsati mediante una soletta rigida orizzontale, al fine di portare in fondazione le azioni di taglio generate durante il sisma. Le eventuali azioni di trazione/compressione dovute al momento sismico possono essere gestite con opportuni interventi localizzati alle estremità dei prospetti (es. setti isolati, ecc.).

La verifica a pressoflessione nel caso di armatura baricentrica è analoga alla verifica a pressoflessione con doppia armatura. Cappotto sismico è inquadrato nell’ambito delle strutture non dissipative pertanto si deve limitare la deformazione del calcestruzzo al 2‰ e la deformazione dell'acciaio all’1.957‰.

Per semplificare la posa in opera del Cappotto Sismico, si norma si prevede una quantità di armatura costante, che rispetti i valori minimi previsti dalle NTC per strutture non dissipative e che copra la maggior parte delle sollecitazioni presenti sull’esoscheletro. Solamente laddove vi siano particolari concentrazioni di sollecitazioni si potranno adottare aumenti localizzati di armatura e/o ispessimenti localizzati dello spessore di calcestruzzo.

Lo strato interno di isolante del Cappotto Sismico non è mai presente in corrispondenza dei cordoli della struttura esistente e in tutte le zone in cui sono previsti allargamenti localizzati (nervature) del getto di calcestruzzo. Questa condizione è necessaria per garantire lo sviluppo della collaborazione tra il Cappotto Sismico e l’edificio esistente.
La completa eliminazione dello strato interno di isolante è fortemente sconsigliata poiché, oltre ad andare contro al concetto stesso di cassaforma, implica la necessità di realizzare in opera un complesso sistema di sostegno e controspinta che inibisca lo spostamento del pannello Cappotto Sismico durante la fase di getto del calcestruzzo.
Una possibile alternativa è rappresenta dall’utilizzo della faesite in sostituzione dei più classici materiali isolanti. La faesite è un materiale composto da fibre ligneo-cellulosiche legate con resina sintetica termoindurente ed ha uno spessore di qualche millimetro. Questa soluzione è percorribile in particolar modo in quegli interventi in cui si hanno getti di calcestruzzo di elevato spessore poiché in questi casi, in conseguenza della maggior rigidezza offerta, vi è minor necessità di creare ulteriori allargamenti del getto.

Cappotto Sismico, così come altre tipologie di intervento ad esso analoghe, è progettato con lo scopo di mantenere inalterati gli stati di sollecitazione sulle strutture esistenti in combinazione statica (allo SLU e SLE) e di “attivarsi” solo in combinazione sismica. Si tratta quindi di un intervento che non va a modificare la distribuzione dei parametri di sollecitazione in combinazione statica, fatto salvo l’aumento di peso proprio del Cappotto Sismico.
L’incremento delle prestazioni sismiche è legato alle specifiche scelte progettuali e alle peculiarità della casistica su cui va ad intervenire, pertanto non vi sono obiettivi prestazionali prestabiliti. Normalmente, fatti salvo casi particolari, la differenza economica per il raggiungimento del livello di adeguamento anziché quello di miglioramento è normalmente minima, rendendo di fatto consigliabile il raggiungimento del livello massimo.

I capannoni industriali, oltre che per il grado di prefabbricazione, si differenziano tra loro per la natura degli elementi portanti (continui, puntuali o misti), per l’elevazione (monopiano o pluripiano) e per l’andamento delle coperture. La loro classificazione è quindi articolata e molto variabile. Ed è difficile dare una risposta univoca alla domanda.
Le problematiche da risolvere in un ipotetico intervento di miglioramento/adeguamento sismico di un edificio prefabbricato mediante il Geniale Cappotto Sismico sarebbero:
- Come rendere il piano di copertura rigido, collegando anche i pilastri e travi interni non aderenti al Cappotto Sismico (necessità di un controvento orizzontale di copertura e di dare continuità di forza assiale fra travi e tegoli di copertura)
- Come collegare il cappotto sismico ai pilastri e travi di perimetro (dovendosi presupporre che il Cappotto Sismico non possa andare in sostituzione delle tamponature esistenti stante le complicanze tecniche e logistiche legate al temporaneo ricollocamento dell’impiantistica di produzione, spesso ancorata ai pannelli perimetrali, e alla necessità di lasciare “aperto” l’edificio durante la rimozione e sostituzione delle pannellature)
- Come dare appoggio al Cappotto Sismico (probabilmente sarà necessario creare un nuovo cordolo di fondazione perimetrale essendo che solitamente i capannoni hanno plinti isolati specie quando vi sono tamponamenti verticali).
A questo si aggiunga che l’introduzione del Cappotto Sismico comporterebbe inevitabilmente il forte irrigidimento del fabbricato e quindi l’aumento delle forze sismiche.
Per quanto sopra, anche limitandosi alla casistica più semplice di edificio prefabbricato, monopiano e isolato, Geniale Cappotto Sismico non sembra essere la soluzione ottimale per il miglioramento sismico di edifici prefabbricati poiché molto più articolata e costosa rispetto ad altre tipologie di intervento “locali” (collegamento degli elementi, cerchiature e confinamenti, ecc.). L’eventuale eccezione è rappresentata dai casi in cui la Committenza, voglia raggiungere l’adeguamento sismico e anche isolare termicamente il fabbricato.
Le palazzine per uffici che solitamente completano gli stabilimenti industriali esulano da quanto sopra descritto poiché rientrano tra le casistiche “classiche” in cui l’intervento mediante Geniale Cappotto Sismico risulta essere una soluzione vincente.

Ai fini della progettazione del Cappotto Sismico potrebbe essere sufficiente un livello di conoscenza LC1, se non fosse che la struttura esistente potrebbe esserne eccessivamente penalizzata per l’aspetto di verifica statica più che sismica. Si tenga conto che nel caso delle strutture esistenti in c.a. con il livello LC1 si è limitati a considerare un comportamento lineare, per cui potrebbe risultare penalizzante nel caso di analisi non-lineari o lineari con ridistribuzione. Si raccomanda peraltro di analizzare con particolare attenzione le situazioni locali che possono influenzare la progettazione e realizzazione del Cappotto Sismico (dimensione di fondazioni, presenza di cordoli di piano, sporgenze geometriche di facciata, conformazione dei cornicioni di copertura, …) nonché la verifica dei solai esistenti (orientamento dei solai, presenza di cappe di calcestruzzo armate, …). Si ricorda che la normativa non vieta il raggiungimento di Livelli di Conoscenza diversificati per diverse parti della struttura.

Il più recente aggiornamento a livello nazionale è il D.Lgs 73/2020, che abroga il precedente D.Lgs. 102/2014:
“[…] Nel caso di interventi di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia, il maggior spessore delle murature esterne e degli elementi di chiusura superiori ed inferiori, necessario per ottenere una riduzione minima del 10 per cento dei limiti di trasmittanza previsti dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, certificata con le modalità di cui al medesimo decreto legislativo, non è considerato nei computi per la determinazione dei volumi, delle altezze, delle superfici e dei rapporti di copertura. Entro i limiti del maggior spessore di cui sopra, è permesso derogare, nell’ambito delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi di cui al titolo II del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali, in merito alle distanze minime tra edifici, alle distanze minime dai confini di proprietà, alle distanze minime di protezione del nastro stradale e ferroviario, nonché alle altezze massime degli edifici. Le deroghe vanno esercitate nel rispetto delle distanze minime riportate nel codice civile […]”.
Nella sostanza viene ammessa la deroga alle distanze e ai volumi se l’intervento di riqualificazione consente di ottenere una trasmittanza di almeno il 10% inferiore rispetto ai minimi di legge, eliminando di fatto il limite dei 25 cm di spessore precedentemente indicato.
Questo aggiornamento può essere esteso al Cappotto Sismico poiché il sistema contribuisce al miglioramento delle prestazioni sia in termini di trasmittanza, grazie ai materiali isolanti che compongono la cassaforma, che in termini di isolamento “estivo” (sfasamento e trasmittanza periodica) e isolamento acustico grazie alla presenza della lastra in calcestruzzo armato.
Si consiglia comunque di interfacciarsi con l’Ufficio Tecnico del Comune ove è previsto l’intervento, sia per confrontarsi circa quanto sopra indicato che per avere ulteriori indicazioni in merito alle deroghe e alle relative normative.

MATERIALI ISOLANTI

Grazie al basso input della materia prima (98% aria, 2% polistirolo) e al processo produttivo ad alta efficienza energetica, l'EPS ha un eccellente bilancio ecologico.
Un'analisi delle dichiarazioni ambientali (EPD) per quanto riguarda i tre valori "input di energia primaria non rinnovabile (PED n.r.)", "potenziale di riscaldamento globale (GWP100)" e "potenziale di acidificazione (AP)", sintetizzato nel ∆ OI3, illustra chiaramente che l'EPS è a livello dei materiali bio alternativi.
L’indice ∆ OI3 utilizza una scala da 0 a 100, con valori inferiori migliori rispetto a quelli superiori.

Attenzione: gli indici ambientali basati sulla massa (i.e. per kg) non possono essere confrontati tra loro, perché non prendono in considerazione la quantità di aria in un materiale isolante. Mentre solo da 15 a 18 kg di polistirene è necessario per la produzione di un metro cubo in EPS, la quantità di materiale necessario per altri tipi di isolamento è fino a 10 volte superiore. Ma anche valori volumici (cioè per m³) non sono paragonabili perché la conduttività termica svolge il ruolo specifico.

Per questo i materiali isolanti devono essere confrontati tra loro in unità funzionali e devono essere presi in considerazione anche la densità e la conduttività termica.

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E' assolutamente essenziale ridurre la quantità di petrolio che consumiamo. Anche se il polistirene è un prodotto a base di petrolio, solo una quantità straordinariamente piccola di questa preziosa risorsa naturale è necessaria per produrlo. Questo perché il polistirene espanso sinterizzato (EPS) si compone effettivamente del 98% di aria e solo del 2% di polistirolo, le cellule che contengono l'aria.
Per ogni litro di petrolio che viene utilizzato per produrre edifici isolati in EPS, fino a 200 litri di petrolio di riscaldamento viene risparmiato durante la vita utile del prodotto. Quindi, non c'è nessun uso migliore per il petrolio che la produzione di materiale isolante!!

Il valore di input energetico primario non rinnovabile di EPS dichiarato nelle dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD) sviluppate secondo la norma ISO 14025 dimostra chiaramente che l'EPS richiede l'uso di risorse fossili molto minori (petrolio, gas, carbone, ecc.) rispetto ai materiali alternativi bio.

Solo il 0,1% del consumo totale di petrolio è utilizzato per la fabbricazione di EPS.

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L'Unione Europea si è prefissa l'obiettivo di ridurre la quantità di energia utilizzata negli edifici. Nello stesso tempo, i materiali isolanti dovrebbero essere prodotti anche in modo da minimizzare il consumo di energia. A causa del basso apporto di materie prime (98% di aria, 2% di polistirene) e del processo produttivo ad alta efficienza energetica, la fabbricazione di EPS nel complesso richiede meno energia della produzione delle "alternative ecologiche" in prodotti eco-compatibili. Ulteriori informazioni possono essere ottenute dalle attuali dichiarazioni di prodotti ambientali (EPD) sviluppate in conformità alla norma ISO 14025.

'energia di produzione (compreso l'input della materia prima) include energia primaria rinnovabile e non rinnovabile ("fossile") così come energia dalle fonti secondarie. Una volta che l'EPS ha raggiunto il fine vita, esistono molte opzioni per il riciclo. I crediti energetici risultanti non sono inclusi nei valori di cui sopra.

Se una casa che è stata costruita nel 1970 è termicamente isolata con pannelli isolanti in EPS tutta l'energia utilizzata per produrli è recuperata nel tempo da 2 a 4 mesi.

La durata del prodotto risparmia fino a 200 volte che è stata utilizzata per produrre il materiale. Così ogni metro cubo di EPS risparmia la stessa quantità di energia che una vettura avrebbe bisogno per percorrere oltre 30.000 km.

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Quando si parla di sostenibilità si fa spesso riferimento all’impronta di carbonio o al consumo energetico, ma c’è un altro importante parametro che andrebbe considerato: la Water Footprint o impronta idrica, che indica la quantità di acqua necessaria per realizzare un certo prodotto.
La Water Footprint è costituita da tre elementi: la Green Water (impronta idrica verde), la Blue Water (impronta idrica blu) e la Grey Water (impronta idrica grigia). La prima rappresenta il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale, cioè il volume di acqua traspirata dalle piante durante la coltivazione. La seconda è il volume di acqua dolce usata che non torna a valle del processo produttivo; sono le acque destinate all’uso agricolo, domestico, industriale. La terza, infine, rappresenta il volume di acqua inquinata, misurabile calcolando la quantità di acqua necessaria per diluire gli agenti inquinanti e riportarne la concentrazione ai livelli naturali.
Esistono due standard di riferimento per il calcolo della WFP. Il primo è il manuale The Water Footprint Assestment Manual, pubblicato dal Water Footprint Network; il secondo è la norma Uni EN ISO 14046: “Gestione ambientale – Impronta Idrica (Water Footprint) – principi, requisiti e linee guida”.
AIPE ha effettuato il calcolo della WFP dell’EPS, mettendola a confronto con quella di altri materiali da imballaggio. Per un kg di EPS, tale parametro si attesta a 6 litri. Il più simile è il Pet, con una WFP pari a 7 litri. La carta riciclata (che tra i materiali cellulosici è quello che utilizza meno acqua nel processo produttivo) ha una WFP pari a 29; l’alluminio 34 e la schiuma rigida di poliuretano 74. I materiali cellulosici prodotti con fibre vergini hanno una WFP decisamente superiore: 825 litri per il cartoncino; 923 per il legno e 1092 per la carta.

I principali motivi per scegliere la lana di roccia.

Le sfide moderne che ci troviamo ad affrontare sono sempre più focalizzate sui cambiamenti climatici, la scarsità di risorse e un aumento dell’urbanizzazione che, secondo alcune stime, potrebbe portare entro il 2030 10 milioni di abitanti a vivere in 41 megacittà.

In questo scenario, considerando che l’edilizia è uno dei settori più energivori, diventa sempre più importante utilizzare risorse naturali e riciclabili, capaci di migliorare il comfort abitativo e ridurre gli sprechi e le emissioni.

ECOSISM® da sempre impegnata a comunicare le qualità del costruire moderno, lavora per ottimizzare qualità e prestazioni della propria tecnologia costruttiva, coerentemente con le nuove esigenze di comfort, benessere ambientale e sicurezza.

Ma quali sono i punti di forza della lana di roccia?
Sono 7 le forze di questo materiale naturale, capace di rispondere alle sfide ambientali.

1. Resilienza al fuoco
La lana di roccia svolge un’azione di protezione impedendo la propagazione del fuoco e non contribuisce all’emissione di significative quantità di fumi tossici. Resiste a temperature oltre i 1000°C.

2. Proprietà termiche
La lana di roccia riduce il consumo di energia, assicura un ottimo microclima e ambienti più salubri e confortevoli. E' un materiale permeabile al vapore e garantisce la fuoriuscita dell'umidità, preservando gli edifici da muffe.

3. Isolamento acustico
La lana di roccia "abbassa il volume" delle città, grazie alla sua struttura a celle aperte aiuta l'assorbimento acustico, rendendo gli ambienti più silenziosi.

4. Durabilità
Garantisce ottime performance nel tempo, mantenendo la sua forma e conservando la sua resistenza, indipendentemente dalle variazioni di temperatura e umidità. Si assicura in questo modo un risparmio nei costi di manutenzione per tutta la vita di un edificio.

5. Estetica
Le soluzioni in lana di roccia per facciate garantiscono la realizzazione di edifici belli oltre che altamente performanti.

6. Comportamento all’acqua
La lana di roccia viene utilizzata sia come isolante, grazie alla capacità idrorepellente, ma anche in alcune forme idroponiche di orticoltura innovativa, dove può aiutare ad affrontare le sfide alimentari e idriche: coltivando su substrati in lana di roccia (Grodan) si può utilizzare il 75% di acqua in meno rispetto alle tradizionali colture in terra.
Inoltre la particolare densità della lana di roccia utilizzata da ECOSISM (minimo 150kg/mq) e quindi la sua capacità di assorbimento d’acqua è minima al fine di garantire e preservare la prestazione e la qualità del materiale nel tempo.

7. Circolarità
La lana di roccia è riciclabile all’infinito e contribuisce all'economia circolare visto che può essere impiegata per realizzare nuovi pannelli.

Scarica le linee guida FAV e la nota sullo smaltimento
CALCECANAPA®

Il costo totale della parete è funzione di vari parametri che non dipendono dalla soluzione tecnica proposta. Innanzitutto la quantità è rilevante poiché ci sono dei costi fissi di noleggio delle attrezzature per la posa in opera.
In subordine, l’intonacatura, la rasatura e le pitture, che ovviamente non devono contrastare il potere di traspirabilità della Calcecanapa (ad esempio prodotti a base calce, argilla etc), non dipendono dalla parete poiché si applicano come su una convenzionale parete in laterizio. Incidono infine le condizioni di posa, il numero di piani, le condizioni di stoccaggio in cantiere.
Il costo di una parete Ecosism + Calcecanapa a m2 si può considerare per una superficie di 250 mq pari orientativamente a 150€/mq posata in opera, ai quali vanno aggiunti i costi per intonacatura rasatura e pittura. Va ricordato che la parete, che è naturalmente isolata nel suo intero spessore, consente di non ricorrere alle termocasse dei serramenti, potendo essere sostituite da semplici murali in legno inseriti nel pannello Ecosism in fase di posa.

Da listino 250€/m3. Per 1m2 di parete il prezzo di listino è di 92,5€/m2 (prezzo getto/m3/100 x 40). Per il prezzo finale vale la scontistica e le spese di trasporto.

Il prezzo è funzione della complessità della parete, se dritta, curva, con spigoli a 90° o fuori squadra, poiché il modulo Ecosism consente di realizzare qualsiasi geometria di parete con massima precisione. Per una parete rettilinea priva di forometrie si può considerare un prezzo di 70 €/mq.

Grazie alla prefabbricazione e all’industrializzazione della posa in opera i costi risultano sensibilmente competitivi. Lo sono ancora di più se confrontati ad altri sistemi costruttivi in Calcecanapa.

Si, come ogni altra abitazione ecosostenibile o green (immobile che ha bassi consumi energetici e limitati costi di gestione e manutenzione).

o Energy Efficient Mortgages Pilot Scheme: piano pilota europeo a cui hanno aderito varie banche italiane, tra cui Unicredit, volto a rendere più accessibili i cosiddetti "mutui green" ovvero finanziamenti a tassi agevolati per la costruzione o l'acquisto di una casa ecologica o l'efficientamento energetico di una casa già esistente.
o Ecobonus per il risparmio energetico: detrazione Irpef con aliquote variabili che vanno dal 50% al 65% (fino al 75% se si tratta di lavori condominiali) per gli interventi volti a migliorare l'efficienza energetica della propria abitazioni.

I valori di conducibilità termica risultano essere pari a 0.06-1.0 W/m∙K grazie alla bassa densità di miscele di 200 kg/m3 ottenendo pertanto, con spessori di soli 40 cm (43 cm una volta intonacati a calce) tamponamenti in grado di assicurare valori di isolamento prossimi a quelli di una casa passiva.
La casa passiva deve la sua efficienza alla combinazione di una serie di accorgimenti essenziali: isolamento termico, calore interno, finestre termiche, forma ed esposizione e ventilazione, che permettono di realizzare edifici che quasi non necessitano di impianti di riscaldamento e raffrescamento.

La conduttività termica U è il flusso di calore che passa attraverso 1 m2 di muro per ogni differenza di 1 °C di temperatura nei due lati opposti. Più il valore è basso, più le performance della parete sono migliori. Secondo i risultati condotti con il software WUFI, un muro con la tecnologia Ecosism-Calcecanapa® di spessore 45 cm soggetto ad un repentino raffreddamento di 20°C raggiunge uno stato costante di trasferimento di calore dopo 72 ore , contro le 30 ore di un calcestruzzo cellulare e le 12 ore per una parete in lana minerale dello stesso spessore.
( U= 0,123 W/m2K - Riferimento normativo: Limiti relativi alla Normativa Nazionale Legge 90)

Sono state effettuate simulazioni con il software WUFI che registrano laa capacità del conglomerato di Calcecanapa® di smorzare quasi completamente (98,5%) una variazione sinusoidale della temperatura esterna da 20 °C a 0 °C in un ciclo di 22h 31’ con una transazione di tempo di 15h. Il tempo di ritardo della temperatura di picco si ottiene attraverso la parete. Ciò a fronte di un’attenuazione del 77.5% per la lana minerale, in differita di solo 6 ore e con uno smorzamento del 95% per il calcestruzzo cellulare con un ritardo di 10.5 ore.

Il biocomposito di Calcecanapa® combina la permeabilità al vapore della calce all’igroscopicità della canapa, vale a dire la capacità del canapulo di assorbire elevate quantità di vapore acqueo. I muri ed i pavimenti di un edificio a Calcecanapa® possono “respirare” assorbendo l’umidità e successivamente rilasciandola attraverso l’evaporazione. Questa caratteristica evita lo sviluppo di umidità ed il relativo deterioramento interno del materiale e favorisce la riduzione del livello di umidità all’interno dell’edificio. L’effetto complessivo è un ambiente più salubre e naturale che necessita oltretutto di un minor condizionamento dell’aria. Gli effetti derivanti dalla condensa superficiale come formazione di muffe con le pareti in Calcecanapa® non sono fisicamente possibili.

La miscela in Calcecanapa® viene classificata come “resistente alla fiamma” senza rilascio di fumi tossici o infiammabili, e rientra nella categoria A1 (materiali incombustibili) secondo la norma europea UNI EN 13501-1 sulla classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione.
Il cassero Ecosism si compone di una gabbia in fili di acciaio e pannelli in fibra minerale di legno Euroclasse B-s1, d0. Nella resistenza complessiva al fuoco è necessario considerare che la parete è rivestita ambo i lati di uno strato di intonaco.

La parte della parete che si trova vicino al suolo viene isolata con materiale che impedisca la risalita capillare e l’infiltrazione di acque meteoriche. Il piano di posa dei pannelli deve ovviamente essere piano ed a quota costante.
E’ consigliabile predisporre una base di blocchi in calcestruzzo cellulare di tipo idrofobizzato o in vetro cellulare, di altezza 20 cm circa oppure un basamento innalzato rispetto al livello del terreno e inserendo una guaina impermeabile. I casseri Ecosism possono essere altresì forniti con elemento in XPS al piede per separare la Calcecanapa® dalla fondazione.

La miscela in Calcecanapa®ha un pH altamente basico (pH > 9), di conseguenza non risulta essere soggetta ad attacchi da Funghi, batteri insetti e roditori, che non tollerano un ambiente basico.

La miscela in Calcecanapa® al termine del suo ciclo di vita è totalmente riutilizzabile, può essere facilmente sgretolato e nuovamente impastato aggiungendo acqua e calce in betoniera

Il biocomposto Calcecanapa® è un materiale 100% naturale con nessuna o pochissima tossicità e basse emissioni di gas.

L’ambiente basico prodotto dalla calce con pH attorno a valori pari a 10 comporta per l’acciaio zincato il valore minimo di passivazione, di conseguenza non c’è nessun rischio di corrosione.

La parete è stata testata su una luce nel piano orizzontale pari a 3 m.
Il peso proprio del pannello testato, senza considerare il contributo dell’intonaco, pari a 100 kg/mq, quindi analogo al carico da vento. La parete ha dimostrato di lavorare in campo elastico.
Per portare a rottura la parete sono stati aggiunti 200 kg in mezzeria della parete.
La struttura del pannello Ecosim prevede una doppia maglia metallica che viene immersa nell’intonaco realizzando un intonaco confinato. La presenza di questa “pelle” armata per ambo le superfici, conferisce ancor più rigidezza alla parete.

Il sistema prevede l’impiego di una struttura a telaio in acciaio o cemento armato, accoppiata con cassero prefabbricato in filo in acciaio zincato elettrosaldato con tecnologia Ecosism®. Questo è riempito di Calcecanapa®® Getto, materiale biocomposito ottenuto dalla combinazione di calce e canapulo con aggiunta di acqua, miscelato in stabilimento e posato in opera con sistema automatizzato. Arriva in cantiere con casseri a misura, rendendo economico e veloce il processo costruttivo.

Il sistema nasce dalla necessità di realizzare un fabbricato con elevate prestazioni di isolamento termico ma al contemplo senza impiantistica impattante.

La Calcecanapa® è tra i migliori materiali conosciuti per adempiere alla funzione di tamponamento. Ad oggi non ha avuto lo sviluppo che merita per i limiti dovuti alle modalità di posa. Il cassero Ecosism associato al trasporto pneumatico in pressione della Calcecanapa® rappresenta la migliore soluzione ai problemi di posa, poiché consente in modo facile rapido, sicuro e soprattutto esatto, di realizzare un cassero componente l’ossatura di un organismo le cui funzioni non vengono alterate nelle peculiarità unanimemente riconosciute della Calcecanapa®. Una casa in Calcecanapa® è una cosa diversa da quello che siamo abituati a vivere nel mercato odierno.

Grazie alla maglia di acciaio zincato tridimensionale, i moduli Ecosism sono prodotti su misura secondo il progetto e vengono assemblati in cantiere seguendo un preciso schema di montaggio. E’ stato scelto questo particolare tipo di cassero perché assolve a tre funzioni contemporaneamente:
• contiene al suoi interno i materiali isolanti;
• integra le strutture portanti;
• funge da supporto per i materiali di finitura.

Il biocomposto nasce dall’unione di canapulo mineralizzato e calce aerea magnesiaca, si connota come un materiale di riempimento termoisolante, traspirante e capace di regolare il livello di umidità interna, per ambienti più confortevoli e sani.

Il cassero di Ecosism permette di avere un montaggio estremamente rapido, elevata affidabilità e corrispondenza con il progetto e uniformità del getto. Le strutture portanti possono essere realizzate in acciaio o cemento armato.

Il sistema è svincolato dal progetto perchè non è strutturale, quindi si adatta ad ogni tipo di edificio carattere pubblico, residenziale, …

Tramite i nostri dealer locali siamo già in grado di offrire questo servizio. Possiamo seguirvi in tutto il processo di scelta sin dal progetto architettonico fino alle chiavi in mano.

Punti di forza rispetto ai sistemi a spruzzo calce/canapulo sono gli elevati standard di prefabbricazione. La soluzione con cassero Ecosism e materiale insufflato permette inoltre di avere una parete senza interruzione di continuità con caratteristiche fisiche uniformi. La Calcecanapa® insufflata inoltre permette di sfruttare al massimo le caratteristiche della miscela. La posa infine, rispetto alla realizzazione di una parete in elementi blocco, è molto meno influenzata dalla professionalità delle maestranze essendo una lavorazione piuttosto semplice e obbligata.

L’industrializzazione ha permesso lo studio di ogni dettaglio e particolare come ad esempio l’inserimento del controtelaio in legno per realizzare qualsiasi tipo di apertura. I serramenti possono essere fissati a delle cassemorte realizzate con murali di legno infilati prima del riempimento in Calcecanapa® e dei pannelli.
E’ possibile altresì prevedere sistemi a imbotte con termocasse vincolate alle suddette cassemorte, anche se ai fini dell’isolamento termico non sono indispensabili poiché la parete in ecosism-Calcecanapa® naturalmente isolata.

No, la posa è invariante dalle professionalità delle maestranze in cantiere

I casseri Ecosism vengono traportati in cantiere già pronti per la disposizione. Calcecanapa®® Getto è consegnato in cantiere pronto all’uso e posto in opera con trasporto pneumatico, con portata fino a 6 m3/ora.

Se posta su un cordolo di fondazione, o una trave perimetrale in CA si può collegare la parete con delle chiamate che vengono riprese nel getto.

Nelle superfici esterne ed interne è previsto uno strato intonaco con rasatura armata e finitura a base di calce, tipo Calcecanapa® Termointonaco e Calcecanapa® Finitura aerea. Possono essere utilizzati altri tipi di finiture a base di calce idraulica, grassello di calce o argilla, mentre non sono consigliabili intonaci e finiture di tipo cementizio perché limitano la permeabilità del sistema.

Il sistema è adatto per strutture a telaio in acciaio e cemento armato.

Calcecanapa®® Getto è applicabile meccanicamente con Calcecanapa® Simplex, una pompa a rotore, di collaudato principio di funzionamento, capace di trasportare e proiettare il biocomposto in ogni situazione d’impiego e con estrema semplicità di utilizzo.

Tramite il veicolo di trasporto: l’aria. Si impiega un motocompressore con portata adeguata. La miscela viene versata a partire dal basso inserendo la bocca del il tubo di trasporto in prossimità della quota dove si versa il materiale. L’operazione è estremamente semplice. La quantità di aria è sufficiente a fornire il grado di compattazione necessario consentendo di ottenere distribuzione uniforme della densità di materiale, cosa che con il pestello manuale chiaramente non è possibile.

La parete è stata verificata con tasselli da cartongesso con carico applicato pari a 75 kg con intonaco a calce, grazie all’effetto di confinamento prodotto dalla gabbia Ecosism.

La struttura portante risulta avvolta dal pannello Ecosism e immersa nella Calcecanapa®.

Una squadra collaudata di due persone, può posare mediamente 40 mq/giorno di moduli prefabbricati.
Per il riempimento si impiega un’attrezzatura opportunamente realizzata per le caratteristiche peculiari della Calcecanapa®, alimentata da motocompressore. La macchina viene data a noleggio. Il sacco con la Calcecanapa® viene appeso al gancio della Gru Edile e la miscela versata nella tramoggia sopra alla macchina.
Una squadra collaudata di due persone, può riempire circa 10 mq/ora.

E’ stata realizzata una Villa Unifamiliare a Maestrino (Padova) nel 2019 con tecnologia Ecosism-Calcecanapa®, ma la tecnologia dei Moduli ecosism ha una storicità di 20 anni, quello che cambia è il riempimento, anch’esso largamente testato.

Ecosism ha una lunga esperienza di case realizzate anche chiavi in mano coi propri Leader con tecnologia analoga semplicemente prevedendo riempimento del cassero con Calcestruzzo. Banca della Calce è un’azienda affermata nel settore degli intonaci naturali e dell’impiego della Calcecanapa® in tutte le sue declinazioni da diversi anni. Una casa realizzata in Ecosism-Calcecanapa® mette a frutto l’esperienza maturata in direzioni parallele che confluiscono in una sinergia perfetta di integrazione della prefabbricazione e della Biocompatibilità dei materiali edilizi nella ricerca del massimo comfort contenendo al minimo l’impiantistica ridondante.

Il pannello Ecosism e Calcecanapa® Getto sono marchiati CE.

La parete è realizzata con pannelli prefabbricati in stabilimento e con miscela di materiali naturali, calce canapa acqua in stabilimento con percentuali controllate.
La normativa non consente di rilasciare certificazioni di una parete realizzata in opera dall’accoppiamento di due elementi poiché influenzata dalla messa in opera.

La calce canapa non è soggetta a deterioramento nel tempo. Chiaramente il rivestimento in intonaco deve essere integro per proteggere dal dilavamento la parete. La durata del fabbricato pertanto non è correlata alla modalità di costruzione della parete, bensì alle opportune minime operazioni di manutenzione, comuni a una qualsiasi casa in muratura.

La soluzione Ecosism + Calcecanapa® rappresenta una novità nel settore delle costruzioni in Calcecanapa® solo perché reinterpreta in chiave moderna rendendo economicamente sostenibile la realizzazione di una casa naturale con pareti in Calcecanapa®. A livello europeo sono presenti esperienze trentennali in relazione all’utilizzo del connubio della Calce e canapa nelle costruzioni che hanno dimostrato ottime caratteristiche di durabilità.
La nostra collaborazione è iniziata con una casa test, di 250 mq con struttura intelaiata in acciaio. Su questa i test di riscontro dei dati teorici rispondono con strabiliante corrispondenza.

La Gabbia di Faraday è uno schermo elettrostatico, costituito da un contenitore in materiale elettricamente conduttore in grado di isolare qualsiasi oggetto posto al suo interno, che quindi non può essere colpito da un eventuale campo elettromagnetico esterno (come un fulmine).

Sicurezza nei confronti dell'azione sismica.
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